venerdì, dicembre 25, 2015

GIOVANI: ALTERNANZA SCUOLA E LAVORO. UN RIVOLUZIONARIO MODELLO CULTURALE E DIDATTICO CHE CONFINDUSTRIA E MINISTERO DELL’UNIVERSITÀ STANNO PORTANDO AVANTI.



Oristano 25 Dicembre 2015
Cari amici,
Oggi è una giornata speciale: è Natale! Nel fare a tutti Voi i più sinceri auguri di Buone Feste, vorrei rivolgere quest’augurio anche ai tanti giovani che vivono nella speranza di un futuro migliore! Essi si preparano a “diventare grandi”, a continuare il nostro percorso, ovvero ad assumersi le responsabilità in prima persona: lavoro e famiglia. In tempi così difficili come quelli che stiamo attraversando, come ben sappiamo, uno dei nodi più difficili da sbrogliare è quello del lavoro. Il problema non è certo nuovo, anche perché tra il mondo dell’istruzione e il mondo del lavoro c’è poco dialogo, poco interscambio. Il dilemma infatti è: come conciliare l’istruzione con il lavoro?
Sul problema si sono versati fiumi d’inchiostro ma senza trovare una risposta univoca. Eppure nei Paesi più avanzati “l’alternanza” tra lezioni teoriche e apprendistato pratico è diventato un modo concreto per conciliare entrambe le esigenze: apprendere non solo in aula ma anche nei luoghi di lavoro. In effetti la sola teoria, se non completata con la pratica, spesso finisce presto per essere dimenticata, mentre l'alternanza scuola-lavoro consente agli studenti di cavalcare entrambe le esigenze: alternare le teoriche lezioni scolastiche con la manualità, svolta in azienda in determinati periodi, nei quali trasformare la teoria appresa a scuola in pratica, completando così l’apprendimento scolastico con la materiale formazione sul campo.
Agli scettici che sono convinti dell’impossibilità di conciliare entrambe le esigenze, si può rispondere che i due mondi (scuola e lavoro) possono invece coesistere: lo status giuridico del ragazzo o ragazza che entra in azienda, rimane quello di uno studente: l’attività pratica svolta avviene infatti sotto la responsabilità dell’istituzione scolastica o formativa. L'alternare attività didattica e attività lavorativa in azienda, altro non è che una risposta efficace alle sfide dell'attuale mondo lavorativo ormai globalizzato, fatto di scenari operativi fortemente competitivi, nei quali domina la diffusione (e conseguente piena conoscenza e capacità di gestione) delle nuove tecnologie: dall’informazione alla comunicazione, dall’uso intensivo del lavoro di gruppo alla riduzione dei livelli gerarchici, dalla diffusione lineare delle responsabilità allo sviluppo di professionalità polivalenti.
Anche l’Italia, dopo mille riflessioni, ha deciso di percorrere questa strada per i suoi giovani. Già dallo scorso anno la Confindustria aveva focalizzato la sua attenzione sui giovani e sulla necessità che essi, già a scuola, potessero iniziare una “formazione pratica”, da aggiungere a quella teorica. Nel 2014 Confindustria ha messo in cantiere la prima Giornata della manifestazione "Education, l’impresa per i giovani", iniziativa propedeutica alla “Buona Scuola”, che ha contribuito ad arricchire il dibattito su quella che poi sarebbe diventata concretamente la riforma del sistema nazionale di istruzione attraverso la Legge 107/2015. Quest’anno, con la Seconda Giornata Education focalizzata sul tema dell’alternanza scuola-lavoro, si è dato il via ad un vero e proprio “cambio di percorso”: una reale rivoluzione culturale, didattica e organizzativa messa in atto nelle nostre scuole, che già da quest’anno sta coinvolgendo oltre 500 mila studenti.
Certo, per un Paese come il nostro, poco propenso all’innovazione, Confindustria ha dovuto mettere un po’ di ingegneria al servizio della fantasia e della creatività, per progettare insieme all’Università un percorso difficile e assai impegnativo. Per evitare che l’alternanza non si muovesse in una direzione casuale, ma fosse un’effettiva leva aggiuntiva di qualificazione del capitale umano, ha individuato e messo a fuoco un percorso preciso da seguire. Per realizzarlo Confindustria ha istituito una Task Force dedicata specificatamente al problema, mettendo a punto e definendo al meglio il ruolo che le imprese avrebbero dovuto avere in questa prima fase di collegamento del lavoro con la scuola.
Confindustria e Ministero dell’Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR) hanno infine raggiunto l’intesa, siglata attraverso un protocollo firmato con il Ministro Giannini. Il protocollo sottoscritto contiene tutte le condizioni per il regolare svolgimento pratico dell’alternanza scuola-lavoro, in modo che esso costituisca un nuovo modello operativo per l’intero Paese. Cari amici, io credo molto nell’iniziativa portata avanti, perché ritengo che i giovani possono essere, per le nostre imprese, una grande opportunità: essi sono capaci di portare creatività, innovazione e voglia di fare. Il mio auspicio è che questo recente accordo tra Confindustria e MIUR, sia l’occasione giusta per una concreta alleanza tra impresa e scuola nell’interesse del futuro dell’Italia.
Cari amici, è proprio vero che le buone iniziative portano subito frutti che, in questo caso, già si toccano con mano: dopo che la riforma Renzi-Giannini ha reso l'alternanza scuola-lavoro obbligatoria per tutti gli studenti, a partire dalle classi terze delle scuole superiori, le ore di formazione “on the job” sono state portate ad almeno 400 negli Istituti tecnici e professionali (almeno 200 nei licei) e il MIUR di recente ha inviato ai Presidi una circolare esplicativa per illustrare tutte le novità entrate in vigore da Settembre.
Nel “JOB&ORIENTA2015”, il noto Salone Nazionale dell’Orientamento (la scuola, la formazione e il lavoro 25^ edizione), tenutosi alla Fiera di Verona dal 26 al 28 Novembre scorso, sono stati presentati in anteprima i dati nazionali MIUR sull’alternanza: +12,79% dei percorsi in licei, istituti tecnici e professionali nell'anno 2014-15. Ora, dopo la partenza dell’alternanza obbligatoria, saranno coinvolti, nel prossimo triennio, oltre 1,5 milioni di studenti. Credo che l’Italia si sia avviata proprio sulla strada giusta.
Cari amici, ho sempre sostenuto che l’istruzione deve essere completata con la pratica, come ho sostenuto diverse volte anche su questo blog. Solo così potremo creare le condizioni migliori per garantire un futuro ai nostri giovani, che senza il nostro supporto continueranno ad essere considerati una “generazione perduta”.
Grazie, amici, a domani.
Mario

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